Percorrere le strade della nostra Puglia e della vicina Basilicata equivale ad un corteggiamento nei confronti di una terra che si concede solo dopo ore di conversazione.
In questi luoghi l’acqua e la luce, scolpiscono il territorio in maniera diversa, eppure sempre uguale, da sempre.
La prima, lentamente, da secoli si adopra nella paziente opera scalfendo la roccia e modellandola tra gravi e fratture.
La seconda, strana e intensa, indaga i profili delle cose e colora la roccia cariata e la tenera argilla.


Tra la Murgia e i Calanchi, talvolta desolati e ostili con le loro voragini e i dolci promontori, si percepisce a tratti qualcosa di sacro: esiste una speciale solennità in gesti semplici che in questi posti si compiono, come la mietitura, la tosatura della pecora, la preparazione dell’olio, del vino o la cavatura delle orecchiette.
Non sono mai banali i luoghi che abitiamo, sempre mutevoli, svelano orizzonti sempre nuovi che talvolta sorprenderebbero anche gli autoctoni.
Vista così, la nostra terra potrebbe apparire come un paesaggio arido, che invita l’occhio a frugare tra lame e avvallamenti, un posto ideale per pecore e pastori con le sue vie della transumanza.
Noi invece, vogliamo raccontarvela come una storia che ha visto l’intrecciarsi di relazioni tra uomo e natura, dove gli elementi antropici si sposano con quelli naturali.
Qui troviamo gli antichi sistemi di viabilità romana come la via Appia, la regina viarium, sviluppatasi presumibilmente tra il Costone murgiano e la Fossa Bradanica, lungo gli antichi itinerari della transumanza.

La Puglia per esempio è la terra dei Normanni, degli Svevi, degli Angioini e degli Aragonesi e custodisce ancora le tracce delle sue dominazioni.
Le si ritrova nel falco, per esempio, che ancora sorvola questi territori, animale caro al Federico II di Svevia.
La Basilicata è la terra di Rocco Scotellaro e dei Briganti, che “adottò” Carlo Levi il quale per questo la rappresentò nei suoi dipinti.
Ogni elemento, naturale e costruito in queste terre, appare storicamente e coerentemente inserito in una serie di legami tra l’uomo e la terra, definiti e regolati dal rapporto, tra il lavoro agricolo e quello pastorale.
In questo contesto si inseriscono i monumenti e le bellezze culturali: i castelli, i palazzi, le splendide chiese figlie e madri di una ricchezza neanche tanto lontana, “ingombrano” questa storia.
